10/10/13

Paganini e Verdi

Giuseppe Verdi in un ritratto giovanile
"Egregio Direttore, vi scrivo per raccomandarvi un giovane compositore, mancante di esperienza ma non di genio: si chiama Giuseppe Verdi. Se vorrete favorirmi, renderete un servigio a me, ma soprattutto al teatro musicale italiano."
Paganini al Direttore del Teatro Ducale di Parma, 1836

Questa breve missiva è forse l'unico documento attestante una conoscenza tra il grande virtuoso e il grande compositore. Sappiamo che il giovane Verdi assistette ad un concerto che il maestro dette a Parma in beneficenza, il 14 novembre del 1834, e ne rimase profondamente colpito. Ancora in tarda età Verdi ricordava come, non appena Paganini iniziò a suonare, l'orchestra parve spenta, tanta era la sonorità che sprigionava dal suo violino. (1). Presente al concerto anche la duchessa Maria Luigia che di lì a poco avrebbe affidato a Paganini l'incarico di riorganizzare l'orchestra del Teatro Ducale. Malumori, sospetti, incomprensioni e una fitta rete di ostilità costringeranno Paganini a dimettersi un anno dopo, non prima di avere indicato nel giovane Verdi il nuovo astro nascente. Fiuto e lungimiranza da parte di Paganini che da sempre ebbe rapporti molto stretti con il mondo del melodramma, traducendo moduli canori e del belcanto sul violino senza per questo snaturarlo ma semmai sviluppandone alcune caratteristiche implicite. Risulta infatti difficile valutare appieno la lezione di Paganini senza conoscere l'arte vocale italiana coeva. E potremmo aggiungere come il violino di Paganini si cimenti in una sorta di gara ideale con le più belle e acrobatiche ugole del tempo come Giuditta Pasta, l'interprete belliniana con cui il maestro sostenne un confronto in un'accademia romana. 


Il brano che segue presenta delle riminiscenze paganiniane






Note:
(1) Paganini eseguì in questa occasione il primo movimento "Allegro maestoso" del Primo Concerto; le variazioni sul "Nel cuor più non mi sento"; la Maestosa sonata sentimentale con variazioni sopra l'Inno di Haydn (Dio Salvi l'Imperatore) sulla quarta corda; le variazioni sul Carnevale di Venezia.
Giusto un mese prima il giovane Verdi, durante un'Accademia della Società Filarmonica di Bussetto, aveva eseguito oltre ad alcune sue composizioni, un Capriccio di Paganini per pianoforte. 











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