21/10/13

Una scala per Clara

Clara Wieck da bambina
Nel 1829 a Lipsia, Paganini incontrò una bambina prodigio, Clara Wieck, futura moglie di Robert Schumann. Clara, che all'epoca aveva solo dieci anni, accompagnata dal padre Friedrich, portò con se un quaderno di ricordi affinché il maestro da lei tanto ammirato vi apponesse un autografo. 

Di fatto Paganini fece molto di più: scrisse di getto una scala cromatica per pianoforte, armonizzata e con andamento a moto contrario dedicandola alla piccola musicista in segno di d'affetto e ammirazione per averlo accompagnato al pianoforte. Per tutta la vita Clara conservò quel foglio d'album come una sacra reliquia. 

13/10/13

Paganini a Parma

"Paganini fu il primo vero direttore d'orchestra italiano nell'accezione moderna di tale funzione...
Il progetto paganiniano di una orchestra stabile con repertorio anche sinfonico si è per così dire realizzato, mutatis mutandis, attraverso la costituzione a Parma nel 1975 di una orchestra regionale, oggi denominata Orchestra Sinfonica dell'Emilia Romagna Arturo Toscanini, che di quel progetto ha colto idealmente la lontana eredità"(Marcello Conati)


Violette di Parma

Maria Luigia, duchessa di Parma

E' la sera del 13 maggio 1829. Da tredici anni Maria Luisa d'Asburgo Lorena, ex Imperatrice dei Francesi, ha mutato il suo nome in "Luigia" e regna felicemente sul ducato di Parma. 
Quella sera del 13 maggio è un giorno fatato per i parmigiani perché ha luogo l'inaugurazione del Nuovo Teatro Ducale. Quando la duchessa si affaccia dal palco reale è raggiante, il colpo d'occhio è superbo: il teatro, iniziato otto anni prima in stile impero dall'architetto Bettoli, è una bomboniera: fregi d'oro spiccano sul bianco avorio dei quattro ordini di palchi ornati di rose; infiorati anche il loggione e la platea di velluto rosso; il lampadario di cristallo è una vera follia: ordinato al famoso Lacerrière di Parigi, brilla di mille riflessi, un'isola di luce; il  Borghesi ha affrescato il soffitto con scene arcadiche. 
Tutti sanno che il teatro è costato l'astronomica cifra di 1.190.664 lire ma non importa; Parma è travolta dall'orgoglio di avere un teatro tra i più belli d'Italia. 




10/10/13

Paganini e Verdi

Giuseppe Verdi in un ritratto giovanile
"Egregio Direttore, vi scrivo per raccomandarvi un giovane compositore, mancante di esperienza ma non di genio: si chiama Giuseppe Verdi. Se vorrete favorirmi, renderete un servigio a me, ma soprattutto al teatro musicale italiano."
Paganini al Direttore del Teatro Ducale di Parma, 1836

Questa breve missiva è forse l'unico documento attestante una conoscenza tra il grande virtuoso e il grande compositore. Sappiamo che il giovane Verdi assistette ad un concerto che il maestro dette a Parma in beneficenza, il 14 novembre del 1834, e ne rimase profondamente colpito. Ancora in tarda età Verdi ricordava come, non appena Paganini iniziò a suonare, l'orchestra parve spenta, tanta era la sonorità che sprigionava dal suo violino. (1). Presente al concerto anche la duchessa Maria Luigia che di lì a poco avrebbe affidato a Paganini l'incarico di riorganizzare l'orchestra del Teatro Ducale. Malumori, sospetti, incomprensioni e una fitta rete di ostilità costringeranno Paganini a dimettersi un anno dopo, non prima di avere indicato nel giovane Verdi il nuovo astro nascente. Fiuto e lungimiranza da parte di Paganini che da sempre ebbe rapporti molto stretti con il mondo del melodramma, traducendo moduli canori e del belcanto sul violino senza per questo snaturarlo ma semmai sviluppandone alcune caratteristiche implicite. Risulta infatti difficile valutare appieno la lezione di Paganini senza conoscere l'arte vocale italiana coeva. E potremmo aggiungere come il violino di Paganini si cimenti in una sorta di gara ideale con le più belle e acrobatiche ugole del tempo come Giuditta Pasta, l'interprete belliniana con cui il maestro sostenne un confronto in un'accademia romana. 


Il brano che segue presenta delle riminiscenze paganiniane






Note:
(1) Paganini eseguì in questa occasione il primo movimento "Allegro maestoso" del Primo Concerto; le variazioni sul "Nel cuor più non mi sento"; la Maestosa sonata sentimentale con variazioni sopra l'Inno di Haydn (Dio Salvi l'Imperatore) sulla quarta corda; le variazioni sul Carnevale di Venezia.
Giusto un mese prima il giovane Verdi, durante un'Accademia della Società Filarmonica di Bussetto, aveva eseguito oltre ad alcune sue composizioni, un Capriccio di Paganini per pianoforte.