Nel 1830 la contessa di Lamothe-Langon riceve nel suo salotto parigino Paganini. La contessa ci ha lasciato questa mirabile descrizione nelle sue "Révelations d'une femme de qualité sur les années 1830 et 1831" che non ha bisogno di ulteriori commenti:
"Alcuni melomani di cui diffidavo me ne avevano parlato con tanto entusiasmo, che, prevenuta dalla loro esagerazione, volevo giudicarlo da me. Un medico, mio grande amico, il dottor Miquel, uomo di merito, che non ha altro difetto se non quello di avere ricevuto in un occhio l'ultima palla della rivoluzione di luglio, condusse a casa mia il celebre italiano. Me l'ero immaginato a modo mio. Mi sembrava che il genio dovesse essere impresso nei lineamenti del suo volto e che, se non dotato d'una bellezza regolare, non dovesse essere brutto. Fui, perciò, completamente delusa quando vidi entrare un uomo dal corpo sbilenco, dal volto lungo e quadrato, dalle orecchie immense, dai capelli spioventi, come usava ai tempi del Direttorio, col naso e la bocca in armonia col resto della persona. Gli occhi incavati, lucenti di un bagliore sinistro, finivano col dare a tutto il suo essere qualcosa di satanico, che mi spinse a dargli una rapida occhiata ai piedi per vedere se non fossero biforcuti. Tale mi apparve Paganini, personaggio bizzarro, dalle emozioni profonde, dai capricci fantastici e dall'immaginazione viva e disordinata, che fa della poesia con l'archetto, sfruttando ora il vero, ora il falso, la natura oppure l'arte, nel medesimo tempo uomo di genio e ciarlatano. Sembra che non gli basti distinguersi dagli altri per il suo talento, ma che voglia aggiungervi tutta la singolarità di una vita meravigliosa. Parlò intelligentemente di cose estranee alla sua arte; ma parlando del violino s'infiammò del più vivo entusiasmo, e provò fremiti involontari. Ero rapita e non mi accorgevo più del suo aspetto. Tuttavia fu ben altra cosa quando udii all'Opéra i suoni divini del suo strumento; mi credetti trasportata in un altro mondo; mi parve che nuove sensazioni si sviluppassero nell'anima mia, e fu per me un momento d'estasi. Al cospetto di quel "mago" mi aspettavo di tutto! Se il diavolo mi fosse apparso non me ne sarei stupita."
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